Vendere fumo

Ultimamente si parla spesso di gentilezza e del concetto di mindfulness nel mondo del lavoro.
Io stessa ho partecipato, in qualità di formatrice, a un corso di alta formazione alla Camera di Commercio di Roma e sono stata molto impressionata dal livello di ricettività dei partecipanti.
Allo stesso tempo, mi sono resa conto che c'è una grande sete di approfondimento degli strumenti che vengono spiegati e insegnati in occasione di questi corsi di formazione.
Il motivo risiede nel fatto che molti dei  disagi che i lavoratori vivono quotidianamente, sono dovuti all'affrontare il lavoro in modo compulsivo ed estremamente veloce; una modalità in cui il professionista si trova, su richiesta, a mettere in campo prestazioni sempre più alte in tempi sempre più stretti.

Quale può essere la risposta a questo disagio?
Una e semplice: affrontare con estrema serietà la tematica.

Anche in questo caso, la meditazione rappresenta un valido strumento per iniziare ad affrontare questo disagio (se vuoi approfondire consulta la nostra pagina Ricerche e dati).
Proprio per questo, desidero dedicare questo articolo ad un affondo su un tema altrettanto importante:

Nell'insegnamento e nella pratica della mindfulness e della meditazione non ci si può improvvisare!

É facile comprare un libro o frequentare un breve corso e pensare di poter insegnare mindfulness e meditazione.
Non funziona così e vale lo stesso per decine di altre professioni.

Ciò di cui si ha bisogno è il tempo e l’esperienza di chi ha come stile di vita l’essere presente a sé e agli altri: questo è il principio primo della mindfulness e, sorprendentemente, anche la traduzione più semplice della parola stessa.

Il "venditore di fumo", passatemi questa definizione, non può trasmettere quelli che sono gli insegnamenti di mindfulness e meditazione o le basi dei valori quali la gentilezza, detta anche Loving Kindness, a cui abbiamo dedicato un post sul nostro blog.
La sua è solo una prestazione occasionale, senza radicamento. 

Sono impressionata dalla quantità di video tutorial di manuali che cercano di vendere pratiche con un approccio che sembra essere molto veloce, quasi come prendere un qualunque rimedio farmaceutico per far passare il mal di testa.
La realtà, dal mio punto di vista, è che si cerca di vendere, solo e semplicemente di vendere e questo, a lungo andare, non può funzionare.

Continuo a vedere troppo spesso un approccio alla meditazione che sembra quasi dire: "Rallenta ma fallo velocemente".
Che controsenso!

Se si vuole davvero attuare un cambiamento bisogna cambiare le fondamenta dell'approccio alla formazione e alla pratica.
Insegnare e condividere concetti, seppur molto elevati, senza un approfondimento pratico e una tempistica appropriata, per me significa semplicemente vendere fumo, parole vuote, prive di radicamento.
C'è un detto che spesso ripeto ai miei allievi e alle mie allieve nelle classi di formazione:
"Se non hai tempo di meditare 20 minuti al giorno, allora devi meditare per 2 ore al giorno".

Non intendo generalizzare, anzi, desidero esprimere il mio sentire, maturato in oltre 30 anni di pratica personale quotidiana e di formazione in qualità di insegnante di mindfulness e meditazione.
Desidero allertare sia i formatori che creano progetti e corsi di formazione e anche coloro che ne fruiscono.

Disporre e padroneggiare dell'etica professionale significa avere rispetto e una visione allargata, inclusiva e globale.
Parlare di team working significa sapere che ci sono sia figure apicali sia dipendenti e collaboratori che arricchiscono l'azienda mettendo a disposizione tempo e competenze, svolgendo il loro lavoro al meglio. Tutto questo valore che viene creato sarà poi acquistato da persone che necessitano proprio di quel prodotto o di quel servizio che è stato creato dal team di lavoro.

Che cosa possiamo fare? 

Qui entra in campo l'attitudine di chi pratica meditazione, mindfulness o tecniche di rilassamento perché questa attitudine si radica nel tempo e la si trasmette soprattutto attraverso la presenza stessa.

Il mio suggerimento è di dare un valore alla presenza stessa, rispettare l'empatia, rispettare l'intelligenza cognitiva ed emotiva, rispettare la presenza fisica e il corpo.
Solo quando padroneggiamo questi concetti perché li abbiamo praticati e fatti nostri, possiamo insegnarli sapendo di trasmettere sicuramente dei valori che hanno risonanza e che possono crescere attraverso la condivisione.

Immagina un sasso che viene gettato in un piccolo laghetto e che crea tanti cerchi concentrici.
Quanta pace ci dona questa immagine? Tantissima e immediata.
Così deve essere l'insegnamento: sapere che la tua presenza è importante e quello che dici non sono solo parole vuote, ma trasmettono contenuti e valori.
I partecipanti al corso di formazione sentiranno le onde, le vibrazioni che tu emani e solo allora potranno mettere in pratica ciò che stanno imparando.

Penso che ogni formatore o insegnante abbia la propria capacità e il proprio valore.
Quando l'insegnante è sicuro di questo può serenamente essere consapevole che ciò che insegna verrà sicuramente fatto proprio e metabolizzato e che potrà crescere a suo tempo.
Diversamente è solo un fluire di contenuti che transitano e spariscono velocemente, perdendo l'occasione del radicamento.

Desideriamo qualcosa di diverso per il mondo del lavoro, nelle aziende, nelle istituzioni, nelle scuole e in qualunque team di lavoro.
Il management di quarta generazione, la gentilezza, la calma e la tolleranza possono crescere esponenzialmente solo se vengono praticate e trasmesse da chi la insegna.
Di nuovo, la pratica della meditazione e della mindfulness è la bussola che ci orienta in questo viaggio.

Darshana Elena

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